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Lunedì 01 Marzo 2021
Il quotidiano "The Spectator" inizia le pubblicazioni

L'1 marzo 1711 a Londra (Inghilterra) inizia le pubblicazioni il quotidiano "The Spectator", fondato dal politico, scrittore e drammaturgo Joseph Addison, che in precedenza collabora con Richard Steele alla pubblicazione tri-settimanale "The Tatler". Lo "Spectator" è considerato come uno dei primi esempi di giornalismo moderno; incentrando la linea editoriale più sull'analisi di questioni sociali che sulle dispute politiche, il giornale inglese riesceì a conquistare molti lettori, raggiungendo una tiratura di oltre 10.000 copie, un record per l'epoca. Secondo le stime di Addison il giornale viene però letto da circa 60.000 persone, ossia circa un decimo della popolazione della Londra di inizio '700.  Ogni numero è ambientato in un club, pretesto utilizzato per porre a confronto le diverse categorie sociali che nei club normalmente si incontrano: avvocati, commercianti, militari, letterati, riservando al giornalista il ruolo imparziale di spettatore (spectator, per l'appunto). L'ideale che anima le pagine del giornale è costituito dall'idea che il dialogo sociale sia garanzia di benessere e miglioramento della società stessa, e che in questo dialogo il giornalismo debba avere il ruolo di contribuire alla creazione dell'opinione pubblica, mostrando e, se necessario, criticando, i diversi punti di vista. Il successo dello Spectator è tale che supera i confini dell'Inghilterra: anche in seguito alla chiusura, nel  diecmbre 1712, le ristampe che raccolgono in volume i numeri del giornale inglese circolano in molte copie in Europa, generando anche tentativi di emulazione. Per quanto riguarda l'Italia si possono ricordare due esempi, ambedue con dichiarati riferimenti all'opera di Addison: la Frusta letteraria di Aristarco Scannabue, edito a Venezia tra il 1763 ed il 1765 a opera di Giuseppe Baretti, e Il Caffè, testata milanese dei fratelli Pietro e Alessandro Verri, e di Cesare Beccaria, pubblicata tra il 1764 e il 1766.

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